"Balla sul vulcano"
Quando
intorno a noi si fa viva la minaccia del declino, non ci resta altro che ballare
e ballare… non per dimenticare, ma piuttosto per riscoprire una nuova dimensione
umana.
Il
ballo unisce le generazioni e le differenti culture.
La tarantella è principalmente
una danza liberatoria. Libera del morso "velenoso" della tarantola, ma libera
principalmente dalle costrizioni imposte dalla società.
La comunità dei danzatori
è l'elemento terapeutico principale: Il singolo può lasciarsi andare, perché è
sicuro di essere accolto e protetto all'interno del gruppo.
In
confronto ad altri balli, nella tarantella convivono gestualità e movimenti arcaici
con uno spirito del tutto moderno. In molte danze popolari le coreografie sono
spesso esclusivamente di gruppo , mentre nella tarantella al singolo danzatore
è riservata una propria autonomia.
Infatti egli si muove spesso all'interno
di un proprio cerchio e l'incontro con gli altri danzatori avviene proprio nel
rispetto di questa autonomia. Il gruppo è dato dall'incontro di singole unità
assestanti secondo regole comunitarie spesso anche molto rigide. ..Nella
rappresentazione del tema facciamo esplicito riferimento ai motivi ed alle figure
danzanti o alle situazioni festive, che si possono osservare negli affreschi della
Pompei antica. L'arcaica ricchezza di colori ci riporta alle lontane radici del
ballo delle tarantelle, mentre i corpi coperti di cenere rammentano l'incombente
catastrofe, che come un'ombra grigia e scura pesa sulle nostre teste.. Ogni danzatore
investe un ruolo differente, così che all'osservatore il gruppo appare quale spaccato
di un'eterogenea comunità di un paese minacciato. Una comunità minacciata questa
però che in barba a ogni pericolo ed ad ogni emergenza non ha perso o non vuole
perdere la voglia di vivere e di godersi la vita. . |